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Gravidanza a rischio

Ginecologo Dr. Luigi Cetta, fautore del Management della Gravidanza

Sindrome da anticorpi antifosfolipidi

La sindrome da anticorpi antifosfolipidi è una patologia autoimmune, in cui i pazienti sviluppano anticorpi che erroneamente attaccano le proteine legate ai fosfolipidi. Tale patologia può dar luogo a trombi venosi o arteriosi. La diagnosi viene eseguita tramite esami del sangue. Per la prevenzione e il trattamento della sindrome da anticorpi antifosfolipidi si ricorre spesso all’anticoagulante.

La sindrome da anticorpi antifosfolipidi comporta aborti causati da vari anticorpi che attaccano una o più proteine legate a fosfolipidi. La potenziale formazione di coaguli nella placenta determina un maggior rischio di aborto e di ritardo nella crescita intrauterina. Di conseguenza il feto non riceve il fabbisogno di sangue necessario al suo completo sviluppo. La casistica dimostra che il 15% delle donne con tre o più aborti risulta essere affetto da anticorpi antifosfolipidi positivi.

Sindrome da anticorpi antifosfolipidi e fecondazione in vitro

Con particolare riferimento alla riproduzione assistita, la situazione è delicata sia per i pazienti che per il ginecologo. In caso di sindrome da anticorpi antifosfolipidi non si ottiene una gravidanza evolutiva nonostante si sia trasferito un determinato numero di embrioni di buona qualità.

Le conseguenze in gravidanza

La malattia autoimmune che predispone le pazienti a trombosi, durante la gravidanza aumenta il rischio di

  • Ritardo di crescita intrauterino
  • Morte del feto
  • Ipertensione indotta dalla gravidanza
  • Preeclampsia

La sindrome da anticorpi antifosfolipidi è dunque provocata da anticorpi che attaccano alcune proteine legate ai fosfolipidi, che in condizioni normali fungono da protezione contro l’eccessiva attivazione del processo della coagulazione.

Il trattamento

Il trattamento ha lo scopo di ridurre la tendenza alla formazione di coaguli. Nelle donne in gravidanza, o soggette a poliabortività, prevede la somministrazione di aspirina, eparina o una combinazione di entrambe se il ginecologo lo ritenesse necessario.

Dott. Luigi Cetta Ginecologo

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